Nel paese dove chi porta un libro viene preso ad ombrellate

03Mag

Postato da:

cristina zagaria

Arriviamo a Cava dei Tirreni armate: libri e dolci (i biscotti al burro e cioccolato a forma di cuore e cupcake colorati delle sorelle Bonadies). Oggi è una giornata per "seguire il cuore". I "Racconti in sala d'attesa" sono ospiti per 12 ore no-stop al "Rodaviva Caffè".

Le previsioni meteo pessime, ma il sole accompagna il nostro arrivo. Quando entriamo al Rodaviva caffè, Enrico, Valeria, Sandra e gli altri ragazzi stanno ancora sistemando il locale. Il paese ancora sonnecchia.

Prendiamo possesso della libreria. Sistemiamo i “Racconti” in vetrina, disponiamo i cupcake su alzatine e vassoi, scattiamo il selfie della giornata.

Il Rodaviva è un posto incredibile. Carta da parati azzurra con mongolfiere e palloni aerostatici sospesi su di noi, libri ovunque, tavoli, sedie, poltroncine. Al piano superiore una sala con un grande tavolo centrale e libi e specchi ovunque a moltiplicare pensieri e parole. Un non luogo, proprio come i nostri racconti.

La macchina del caffè è calda. Arrivano i primi caffè. Assaggiamo i biscotti (per vedere se sono venuti bene!) e ci mettiamo al lavoro.
Ivanna, Alessandra, Ileana escono in strada con libri e biscotti per spiegare il nostro progetto e offrire un po’ di dolcezza.


L’accoglienza è durissima.
Non ci sono i soliti “no grazie”. Ma ci allontanano impugnando e alzando contro di noi gli ombrelli: “Non mi infastidite, io non leggo”. Oppure: “Lasciateci stare, siamo sculturati e vogliamo rimanere così”. “Libri? NO!”, mano a difesa o sguardo basso. O ancora: all’invito: “Sono 12 storie positive, la risposta è “Non è il momento, non sa che c’è la crisi?”.

Un dentista che entra nel locale e compra una copia, poi esce e scaraventando il libro su un tavolino e dice agli amici: “Ho fatto la mia buona azione quotidiana e quella mi voleva anche offrire un dolcetto: ma quello non l’ho preso!”.

Libri pericolosi. Dolcetti avvelenati. Perché tanta diffidenza? Perché tanta ostilità?
Ai tavolini del Rodaviva, incontro il sindaco di Cava, che compra felice una copia: “Stiamo facendo un lungo lavoro con i ragazzi e le scuole per insegnare loro l’importanza della lettura”, mi dice il sindaco.

A Cava il punto Mondadori ha chiuso. I ragazzi del Rodaviva hanno aperto il caffè libreria da circa un anno e come mi dice Sandra: “Siamo soli e c’è tanto lavoro da fare, perciò giornate come questa sono importanti. Noi ci stiamo mettendo il cuore”. Ed ecco la parola chiave della giornata: “Il cuore”, con noi c’è per tutta la giornata la squadra di MTN Company.

Dopo la pausa pranzo (che dura dalle 13 alle 17!!!!) e in cui il paese si spopola, torniamo al Rodaviva e decidiamo di non cercare più di coinvolgere gente per strada. Rimaniamo nella libreria, ad accogliere i clienti. Chiacchieriamo e vendiamo copie del libro alla direttrice della biblioteca di Scafati, a due insegnanti, a un papà con il figlio, assidui frequentatori del caffè.

Mentre Cava si anima lentamente penso al motivo per cui è nato il nostro libro: tenere compagnia ai pazienti nelle sale d’attesa degli ospedali, ma anche portare i libri lì dove non ci sono... dare dignità  e tempo alla lettura, regalare ai libri nuovi luoghi e nuovi lettori.
E Cava così diventa luogo di un nuovo inizio. A Cava prende forma la seconda anima dei racconti, non meno importante della prima.

Nel tardo pomeriggio al Rodaviva arriva Brunella Caputo con la sua Compagnia del Giullare. I cinque attori per un’ora leggono i "Racconti". La sala è piena, silenziosa, attenta, emozionata. Per un’ora c’è un dentro (il Rodaviva) e il fuori (il paese). 

Nel viaggio di ritorno la squadra dei racocnti è "provata". Ci portiamo a casa i cupcake in una scatola, i libri in una grande borsa ed emozioni contrastanti. Penso al lavoro del Rodaviva, alle letture della Compagnia del Giullare, all'entusiasmo di MTN Company o a persone come Gaetano Fimiani dell'associazione Fedora di Roccapiemonte e mi sento esausta e carica, amareggiata e motivata.

Le strade di Napoli sono deserte, sono tutti incollati davanti agli schermi della tv, in balia di quello che sta accadendo a Roma, per la finale di Coppa Italia, per gli scontri tra tifoserie, gli spari, i feriti, le trattative tra tifosi e polizia.

Anche a casa mia la tv è accesa. Arrivo quando la partita è appena cominciata ma mi accoccolo sul divano e con l'Ipad sulle ginocchia mi metto al lavoro... il lavoro ora sarà trovare non per Cava (che non posso dire di conoscere e che a me ha regalato persone dal grande cuore come Carmine e Luca di MTN Company e cuori grandi come quelli del Rodaviva o amiche come Mariella Montuori e tante altre), ma per i Racconti: vorrei trovare il mondo di fondere il dentro e il fuori e di portare questo piccolo libro lì dove oggi chi ti offre un libro è considerato un uomo «pericoloso», lì dove leggere sembra impossibile.

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